Martin Dematteis legge a Costa Rossa l’orazione di Livio Berruti, Presidente del Comitato Organizzatore del Challenge Stellina (foto Damiano Benedetto)

Grazie Jacobs, grazie Tortu, grazie Staffetta 4X100, grazie Tamberi, grazie Palmisano, grazie Stano

Credo di interpretare il pensiero di tutto il mondo della Stellina nel ringraziare gli azzurri dell’atletica vincitori delle medaglie d’oro alle recenti Olimpiadi di Tokyo 2020.

Vittorie molto importanti che hanno ridato vigore, visibilità e prestigio ad uno sport che in Italia aveva perso il fascino di essere la regina degli sport di tutto il mondo.

Queste vittorie, ottenute nel rispetto delle regole fondamentali dell’etica sportiva  e del tutto impreviste per quanto concerne i velocisti, hanno coinvolto emotivamente tutti gli spettatori e ci hanno  resi orgogliosi di essere italiani.

Ma 80 anni fa si disputò  in tutto il mondo un’Olimpiade molto particolare dove la posta in gioco non era una medaglia ma la libertà se non addirittura la vita. Il nome di quella Olimpiade così cruenta dove i concorrenti non si chiamavano atleti ma soldati  e le sedi delle competizioni  erano disseminate in tutto il mondo era  “La seconda guerra mondiale”..

E come nelle olimpiadi sportive le squadre che vincono contro ogni previsione vengono acclamate dalla folla e ricordate negli anni a venire,  anche  in queste  olimpiadi, che potremmo  definire “Olimpiadi della libertà e della pace” ci sono state squadre  che sovvertendo ogni  pronostico, hanno compiuto azioni che sono rimaste impresse in maniera indelebile nella memoria umana..

In particolare una di queste, certamente fra le  migliori in assoluto, è stata la formazione partigiana Stellina, creata e guidata dal comandante Aldo Laghi, alias Giulio Bolaffi che aveva proprio la Valsusa come teatro operativo.

.Siamo nell’agosto del 1944, precisamente sabato 26 agosto, una colonna di soldati  nazi-fascisti ingaggia un combattimento sulle pendici del Rocciamelone, località Costa Rossa,  con i ragazzi della Stellina.

Nonostante fosse dotata di una schiacciante superiorità numerica e di armamenti la compagine nazi-fascista   viene inesorabilmente sconfitta  con perdita di armi  e un consistente numero di soldati fatti prigionieri.

E’ stata una vittoria del tutto imprevedibile proprio come ha fatto l’azzurro Marcell Jacobs  vincendo i 100 metri alle Olimpiadi giapponesi.

Per mantenere vivo il ricordo di quell’evento vissuto dai  partigiani della Stellina a difesa di quegli ideali di giustizia e libertà che venivano applicati con rigore dal comandante Laghi nel 1998 Alberto Bolaffi, figlio di Giulio, ha fatto nascere in sintonia con le istituzioni locali  l’odierno  Challenge Stellina,  gara internazionale di corsa in montagna che si svolge utilizzando  gli stessi sentieri usati dai protagonisti della battaglia del 1944 e con la partecipazione privilegiata degli  atleti provenienti dalle nazioni coinvolte nella guerra.

 Oggi in occasione della trentatreesima edizione di questa gara conosciuta ormai in tutto il mondo anche per le particolari caratteristiche tecniche del percorso che la differenziano da tutte le altre vorrei mettere in evidenza e ringraziare tutti i soggetti che hanno contribuito a realizzare e sostenere nel tempo questa manifestazione.

Purtroppo non sono più con noi il giornalista RAI Mario Pisano ed il battagliero curatore delle anime don Giampiero Piardi.

Innanzitutto ringrazio i campioni che fin dall’inizio hanno nobilitato la competizione.

Su tutti spicca il nome del neozelandese 8 volte campione del mondo  Jonathan Wyatt plurivinciitore della gara e quello della due volte campionessa del mono di sci di fondo  Antonella Confortola nella gara femminile.

Poi  i  sindaci della Valsusa e soprattutto il sindaco di Susa Piero Genovese (e quelli  che l’hanno preceduto  Renato Montabone, Germano Bellicardi, Gemma Amprino e Sandro Plano) e l’inossidabile e infaticabile Piera Favro, sindaca  di  Mompantero, per il sostegno concreto concesso alla manifestazione                                                                                                                                                                                                                             Un particolare ringraziamento va riservato all’Atletica Susa Adriano Aschieris, la società sportiva che fin dalla prima edizione del 1988 organizza e gestisce in maniera impeccabile la parte agonistica dell’evento e che per molti anni è stata guidata con  grande passione e dedizione da Adriano Aschieris , ora degnamente  sostituito, dopo la sua improvvisa scomparsa, da un attivissimo  Paolo Germanetto

Ma il ringraziamento più importante riguarda  la persona che col suo entusiasmo creativo (è stata sua l’idea della commemorazione mentre  insieme abbiamo scelto

 la corsa in montagna) ed il suo consistente supporto economico ha reso possibile l’avventura sportiva della Stellina: il suo nome è Alberto Bolaffi.

Grazie, Alberto!

 .                                                                   Livio Berruti